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A grande richiesta un nuovo EDS per Halloween, che ne dici se facciamo un ibrido mezzo Facebook e mezzo blog?
Facebook è effimero e c’è il rischio di perdersi, però è svelto e forte. Il blog è un pachiderma ma ha la memoria lunga e non dimentica nulla, ci puoi contare se dopo tanti anni è ancora lì qualche cosa vorrà dire
Allora facciamo così: se vuoi tu scrivi sul tuo blog e posta il link qui nei commenti, se non hai il blog o non ti va puoi postare direttamente su Facebook e taggare me e gli altri in modo da farcelo sapere, così alla fine ritroviamo i pezzi tutti insieme e facciamo baldoria come una volta.macchina del tempo

 

E adesso veniamo al dunque: EDS della macchina del tempo

Scrivi quella risposta che ti è venuta in mente dopo, troppo tardi, quella cosa che non hai saputo dire a bruciapelo (e come brucia, adesso!) scrivi quel dialoghetto impossibile perché ormai è passato il momento buono, mannaggia, ma se avessi la macchina del tempo e potessi tornare indietro allora sì che sapresti cosa dire e magari anche cosa fare. Facciamo un periodo ipotetico dell’irrealtà, una storia impossibile, un passato futuribile. Mettiamoci dentro una torta, o un biscotto o un dolce fatto in casa come consolazione per l’amarezza.

Scriviamo il testo come tradizione entro la mezzanotte della vigilia di Ognissanti, cinque giorni da ora, pronti via! vediamo se funziona ancora?

A grande richiesta un nuovo EDS per Halloween, che ne dici se facciamo un ibrido mezzo Facebook e mezzo blog?
Facebook è effimero e c’è il rischio di perdersi, però è svelto e forte. Il blog è un pachiderma ma ha la memoria lunga e non dimentica nulla, ci puoi contare se dopo tanti anni è ancora lì qualche cosa vorrà dire
Allora facciamo così: se vuoi tu scrivi sul tuo blog e posta il link qui nei commenti, se non hai il blog o non ti va puoi postare direttamente su Facebook e taggare me e gli altri in modo da farcelo sapere, così alla fine ritroviamo i pezzi tutti insieme e facciamo baldoria come una volta.macchina del tempo

 

E adesso veniamo al dunque: EDS della macchina del tempo

Scrivi quella risposta che ti è venuta in mente dopo, troppo tardi, quella cosa che non hai saputo dire a bruciapelo (e come brucia, adesso!) scrivi quel dialoghetto impossibile perché ormai è passato il momento buono, mannaggia, ma se avessi la macchina del tempo e potessi tornare indietro allora sì che sapresti cosa dire e magari anche cosa fare. Facciamo un periodo ipotetico dell’irrealtà, una storia impossibile, un passato futuribile. Mettiamoci dentro una torta, o un biscotto o un dolce fatto in casa come consolazione per l’amarezza.

Scriviamo il testo come tradizione entro la mezzanotte della vigilia di Ognissanti, cinque giorni da ora, pronti via! vediamo se funziona ancora?

Il mio EDS - postato il 31 ottobre poco prima di mezzanotte

Ho sempre la parola pronta e mi vanto di saper cogliere al volo le occasioni. È una questione di carattere, non sto lì troppo a pensarci e ascolto il mio intuito, funziona. Di solito non sbaglio ma tanto non mi guardo mai indietro, non sto a pensare come avrebbe potuto essere se avessi preso l’altra strada: nel mio giardino i sentieri non si biforcano, la terra frana dietro i miei tacchi. Qualcuno mi accusa di essere rigida o prepotente: è vero, difendo le mie scelte con violenza, se occorre, e sono capace di andare avanti a ogni costo e condizione: è la mia dote migliore. Non è ottimismo, solo utile realismo: a cosa serve rimpiangere ciò che non può esistere nel mio mondo?
Camminavo in via della Spiga, avevo appena detto addio, senza alcun ripensamento, credetemi, a una Dione di Colombo grigio ghiaccio quando mi si parò davanti un uomo alto e snello. Pizzetto brizzolato, giacca blu di sartoria, pantalone di flanella, fazzoletto di seta a pallini nel taschino. Mi appoggiò la mano sul braccio e spingendo con decisa dolcezza mi fece ruotare di centotrenta gradi, quel tanto necessario a riportarmi davanti alla vetrina.
"No grazie!", dissi con un sorriso. Voltando la testa mi arrivò un sentore di pipa e di vétiver.
"Quella borsa, le piace?"
"A chi non piacerebbe il Mosè di Michelangelo? è un grande capolavoro ma non saprei dove metterlo", risposi cercando di non sembrare scortese. Detesto essere abbordata. “Mi scusi, ho un appuntamento”, non era vero ma, come fareste voi?
“Ha già completato la sua commissione all’Ufficio Pubbliche Relazioni della Città Metropolitana, per l'impegno successivo non è attesa prima delle quattordici e trenta, non dica bugie che si fa peccato, disse lui. Alzai lo sguardo e incontra i suoi occhi grigi, calmi. “Sa qual è la verità, invece? voglio mostrarle una cosa. Venga, le offro un caffè."
“Niente caramelle o caffè dagli sconosciuti” avrei dovuto dire. Ma il vetiver mi è sempre piaciuto.
Come dicevo prima, non sono pentita. Sono stati sette anni belli, dopotutto. Ho vissuto al di sopra delle mie possibilità, ho fatto la splendida e non mi sono fatta mancare nulla. Va bene così, non voglio sapere come avrebbe potuto essere, non m'importa. A mezzanotte scade il contratto e lo rispetterò.
Del resto, non posso fare altrimenti.

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