testata camel

Raccontini senza pretese

Giochi letterari, scioglilingua, storielle fatte per passare il tempo, appunti e frammenti

  • Udito

    Ho passato un periodo della mia vita senza ascoltare la musica. È stato un tempo molto lungo, anni e anni e non me ne sono accorta. In quei giorni ascoltavo poco anche le parole e anche di questo non mi accorgevo.

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  • Se cinque punti possono bastare

    È tradizione che nell'imminenza di capodanno si compilino liste di buoni propositi, di solito comprendono cose come dimagrire qualche chilo, fare ginnastica, smettere di fumare. Io non ci provo neanche. Potrebbero anche essere liste di cose da non fare, tipo prometto che non picchierò più i miei bambini e la mia vecchia madre. Non io: ho intenzione di picchiarli ancora almeno per una annata, poi vediamo.
    E però una lista la vorrei fare. Poi la lascerò a casa, come faccio da sempre quando vado al supermercato, così posso controllare cosa mi sono dimenticata di comprare.

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  • Da Bacon ai Beatles e la spider rossa

    Anita giocava col meccano. Non era suo, l'avevano regalato a Luciano ma lui era ancora troppo piccolo, si stufava subito. A lei piaceva. Le vitine d'oro e i dadi quadrati soprattutto. C'erano delle piastre colorate, amaranto o verde scuro con i buchi rettangolari, c'erano le barrette d'argento con i buchi rotondi, c'erano dei pezzi piccoli ad angolo e soprattutto c'erano le ruote. Con le ruote si potevano fare le carrucole, c'era anche una manovella per farle girare.

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  • Sciacalli

    Qualche giorno fa ho dovuto chiamare il servizio di smaltimento rifiuti ingombranti del mio comune perché volevo buttare via alcuni mobili vecchi. Non ho più la macchina da qualche anno, abito in una zona molto ben servita dai mezzi pubblici, non ho bambini piccoli da scarrozzare alle feste o alle proficue attività extrascolastiche, i negozi e i supermercati sono a portata di sputo. Insomma, mi sono tolta una rogna: un bel po' di multe per divieto di sosta in meno, il lavaggio notturno della strada non mi fa più sussultare e poi interrogare nel cuore della notte, piena di dubbi su dove l'ho lasciata. Posso dormire innocente come una bambina buona.

    AMSA

     

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  • Tutti i miei robot

    Ti ricordi il robottino pulitore di cui avevo parlato qui? Bè, il mio desiderio sta per avverarsi! Ho finalmente raggiunto i cinquemilacinquecento punti fragola necessari per averlo in regalo dall'esselunga, pagando in soprappiù solo il modico contributo di centosessanta euri che comunque è meno della metà del suo prezzo sul mercato, l'ho ordinato ieri e mi hanno detto che in tre giorni sarà mio.

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  • Cose che succedono a chi è posseduto da un gatto

    uccellinoDisclaimer: le persone impressionabili si astengano dal cliccare la foto e soprattutto non leggano il testo: passate oltre che c’è tante belle notizie sui giornali non vale la pena di leggere il mio blog.

    Per gli altri, anzi per te solo che mi leggi come al solito, ti racconto una cosa che mi è successa oggi. Ero andata da mia mamma come ogni domenica pomeriggio ogni brava figlia dovrebbe fare, sono stata là poco che stava guardando la partita e fibrillava che nemmeno nelle puntate più raccapriccianti del dottor House, mi metteva un’ansia che non ti dico, le ho detto, mamma vado che non ti vorrei menare gramo. Difatti già nel tragitto per tornare che saranno duecento metri a piedi ho sentito le trombette che suonavano, ho subito pensato che l’Inter aveva fatto un gol, tanto per dire il determinismo magico. Ma questo non c’entra. Arrivo a casa e entro nel mio studio progettando di concedermi qualche minuto di relax – vale a dire cazzeggio su internet – e noto subito qualcosa di strano. Piume. Il pavimento era coperto di piumette grigie. Chiamo subito Strillo: sei stato tu? Non mi ha risposto, si è leccato una zampa e si è piazzato davanti alla porta per uscire.
    E’ primavera, lo so come vanno ‘ste cose, gli uccelli sono meno guardinghi e i gatti se ne approfittano. Anche l’altro ieri me ne ha portato uno, me l’ha messo sullo zerbino, è la natura. Non si può andare contro alla natura.
    Prendo l’aspirapolvere e comincio a aspirare piumette, sposto i mobili cercando lo spennacchiato. Il corpo del reato sembrava sparito, restavano solo le prove. Se non altro ho dato una pulita che ce n’era bisogno. Ho cercato anche in bagno e nell’altra stanzetta, ho guardato in corridoio, ho spostato perfino il portaombrelli. La finestra era aperta, forse ce l’ha fatta, è scappato, magari un po’ acciaccato ma s’è salvato. Nelle altre stanze non c’erano piume, quindi. Se non lo trovo, tra una settimana sentirò l’odore, ho pensato, e se no meglio così.
    Avevo ancora mezzo pomeriggio davanti e per cambiare un po’ ho fatto una cosa strana, che non è da me: ho acceso la tele e mi sono messa a stirare. Lo so, non ti stupire, si può cambiare se lo si vuole veramente, come la barzelletta della lampadina e degli psicanalisti. Del resto diluvia, qualcosa vorrà dire.

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  • Una rosa - life gardening per tutti

     una rosa

    Morta. Stecchita.
    Tutte le foglie secche, grigie.
    La mia rosa rosa. Non perché una rosa è una rosa, ma perché era rosa, non rosa dalle bestie parassite, era rosa come un romanzo di poca cosa, la mia rosa.
    Che peccato, mi dicevo mentre tagliavo col tronchese.
    Crac facevano i rami.
    Con i guanti affastellavo, mi dispiacevo.
    Non una gemma, non una fogliolina. Solo fronde secche e grigie.

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  • Diavolerie moderne: gioco a bowling nel salotto di casa

    Stasera ho giocato a bowling. Nel soggiorno di casa mia. Ho vinto, giuro.
    Nel pomeriggio abbiamo comprato un aggeggio che mia figlia desiderava da Natale, non si trovava, era esaurito in tutte le giocherie di Milano. Finalmente è arrivato.
    Si chiama Nintendo Wii, è come una piccola consolle che si attacca al televisore e fa la realtà virtuale. Che a dirlo ci si riempie la bocca, realtà virtuale. E' vero, è proprio vero, è incredibile ma vero. Maneggi una specie di telecomando, nel caso specifico fa le veci della palla, fai tutti i gesti che faresti sulla pista del bowling, solo che invece che mollare la palla rilasci un bottoncino, è molto istintivo, molto fisico, per essere virtuale. E la palla corre, prende la forza, la direzione, gli effetti, tutto quanto e plaf, butta giù i birilli che sembrano proprio veri. Mi scherzavano perchè nel gioco facevo saltare la palla tale e quale sulla pista vera, e strike!
    Se ci penso, dieci anni fa pressappoco mi immaginavo qualcosa di simile in un racconto, che poi non ho mai scritto perché mi sembrava inverosimile, impossibile, irrealizzabile.
    Mai mettere limiti alla fantasia.

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  • E non è neanche primavera

    Questo è giornalismo investigativo documentato e illustrato, come puoi vedere dalle prove fotografiche incluse edit 27 agosto 2017


    Tornando a casa dalla solita visita domenicale a mia madre mi sono trovata sotto ai piedi questa scritta, dalla foto non si vede ma è stata piazzata proprio davanti a un portone.

    scritte sul marciapiede 2007

    (Che poi avere in tasca un telefonino che fa le foto impigrisce pure la vena descrittiva, non ci credo che un’immagine vale più di mille parole, avrei potuto raccontarla invece di mostrala, ma non è questo che volevo dire)
    Quello che volevo dire invece è altro. Volevo dire della faccia che avrà fatto il ragazzo che abita in quel palazzo, perché qualcosa, la forma delle lettere, il cuoricino, la firma (qui non si vede ma era una K: Katia, Kitty, Katy?) mi suggerisce che la scritta sia stata spruzzata da una lei, forse nottetempo, con un paio di amiche a fare da palo, trepide e sorridenti. Giovani, me li figuro tutti giovanissimi, che questo tipo di espressione non si addice agli adulti, dai quali ci si aspetta discrezione e sobrietà, signora mia, mica si può spalmare sull’asfalto una dichiarazione d’amore, un po’ di riserbo, che diamine, poi la gente chiacchiera.
    Che avrà fatto sto ragazzetto, rotolato fuori di mattina presto con gli occhi ancora cisposi di sonno e lo zaino di scuola in spalla? Avrà inchiodato la sua corsa, sarà tornato indietro, avrà scosso la testa sorridendo, avrà pensato ma tu sei fuori, sarà stato lusingato, infastidito, imbarazzato? Si sarà guardato intorno per vedere

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  • Come nascono i bambini?

    Le congetture che avevo maturato sulla base delle scarse ma non inesatte informazioni che ero riuscita a procurarmi riguardavano soprattutto il modo in cui il semino entrava nel benedetto ovino. Perché la mia famiglia, progressista per l'epoca, non mi aveva mai parlato di cicogne, che cavolo!
    C'erano il semino e l'ovino nella pancia della mamma, che peraltro era lì da vedere bella tonda e grande come anguria matura.

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  • Basta ortensie!

    Le ortensie sono morte. Erano lì da troppi anni, a parte una che avevo piantato meno tempo fa e che comunque è schiattata anche lei.
    Per un po' mi sono baloccata con l'idea di comprarne di nuove, magari azzurre, visto che non sono mai riuscita a averle di quel colore. Ma poi basta ortensie, si può anche cambiare. Anzi, si deve!

    basta ortensie

     

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  • partecipare al torneo di

    VICOLO BECCARIN da Corso Garibaldi

    Caro diario sono al lago e qui a casa non abbiamo internet, cioè non c'è la wifi e quindi non uso il mio mac ma solo il telefonino. Poco male, sono in vacanza e anche se me lo sono portato in spalla fino a qui ne posso fare a meno. Il mio smartphone fa tutto, è bravissimo e mi aiuta a scrivere, suggerendomi parole e frasi nel caso restassi a corto di idee. Questo pomeriggio, per esempio, mi ero messa in testa di postare una serie di foto su instagram, ci sono dei vicoli così caratteristici in questo posto di lago, scorci e cortili, porticati di vecchie case di pietra, ottimi soggetti per foto da vacanza: finalmente anche io posso, e dunque scatto e mi segno i nomi, per poterli poi abbinare. Pompei, Sostre, Beccarin... che nomi caratteristici da aggiungere alla rusticitá dei soggetti. 

    Scrivo e scatto e poi metto in tasca, e quando, dopo cena, lo riprendo in mano per riordinare i materiali, mi trovo un testo che non ho scritto io, questo:

    Ciao cara ti invio invio invio in allegato la fattura di prosecco in frigo per per per la mamma mamma di prosecco in frigo per almeno un paio di prosecco prosecco in frigo per almeno un paio di giorni fa ho fatto a ricordarci ricordarci ricordarci di di

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  • Piove e tira vento

    Piove e tira vento. Mi tocca uscire, cerco nel mucchio di ombrelli spiegazzati il meno rotto e mi avventuro nella bufera. Ho preso quello a spicchi colorati.
    Ha solo una stecca spezzata, e il moncherino mi pende sulla testa. E' un peccato perche' e' un bell'ombrello allegro, piu' lungo e piu' grande del normale, ripara bene la pioggia e non si perde quando viene infilato in quei portaombrelli affollati, si nota subito il suo bel manico di plastica verde che li sovrasta tutti, gli altri ombrelli di lunghezza banale. E' un peccato che non possa farlo riparare. L'ombrellaio e' una razza estinta, proprio come il muleta e lo strasce': oggi non val piu' la pena di riparare niente: la roba vecchia, ma anche solo imperfetta, si sostituisce con quella nuova.

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  • Molino Dorino

     

    La metropolitana milanese è molto bella e colorata, ha tutte le linee gialle, rosse, verdi. Ha anche molti nomi buffi come Molino Dorino, Cascina Gobba, Abbiategrasso, Garibaldi FS che sempre ci scherzavamo e dicevamo che avevano sbagliato, dovevano scrivere Garibaldi FF e tra parentesi a una gamba. Invece Cadorna è FN, lo sanno loro il perchè.
    A Molino Dorino non ci sono mai stata ma è così lontano che forse nessuno c’è stato, dev’essere un posto deserto.

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  • Il tempo delle macchine

    La prima, quella che non si scorda mai, era una cinquecento blu col tettuccio apribile. La guidavo da sola e non avevo ancora la patente. Andavo di nascosto a trovare il mio fidanzato: punta e tacco, scalavo le marce con la doppietta, e raccoglievo autostoppiste su strade tortuose di montagna.
    Non aveva sedili ribaltabili, ma un comodo divanetto per due, dietro.
    Aveva il sapore della liberta'.

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  • L'ortensia

    Esco in terrazzo. Non sono propriamente irritata. C'e' in fondo in fondo una piccola malinconia latente, che non so ne' voglio definire. Paturnie.
    Guardare le mie foglie fumando una sigaretta, ecco quello che ci vuole.
    Ci sarebbe da piantare l'ortensia nuova, che ho comprato ieri al lago. E' gia' fiorita, pompata di concimi chimici e calore di serra. Azzurro chiaro tendente al bianco. Ci scommetto che poi diventera' rosa, come le altre. Non riesco mai ad avere ortensie del preciso colore che vorrei. Non importa, va bene anche cosi'.
    No, non adesso. Sono vestita da ufficio, e non ho voglia di andare a prendere i guanti. Daro' solo un'occhiata in giro. Magari tolgo qualche rametto secco. O strappo le erbacce, per fare posto alla nuova venuta.
    I mughetti sono tutti aperti, ci immergo il naso e respiro. Funzionano ancora, funzionano sempre, ogni anno rinascono, e io non devo far altro che stare a guardare, incredula. Sono gli stessi che annusavo da bambina sul balcone di mia nonna. Lo stesso vaso, una zolla compatta piena di bulbi. I mughetti di mia nonna funzionano ancora, e hanno piu' di vent'anni, forse trenta.
    L'ortensia pero' e' un po' moscia, se non la trapianto dovrei bagnarla, ma se l'annaffio poi faro' piu' fatica a staccare la zolla dal vaso.
    No, magari piu' tardi. Non basta fare il buco con la paletta, devo anche sradicare quella mezza morta che c'era prima. Provo a tirare il cespuglio, ma e' saldo, non vuole. Tolgo fili d'erba verde pallido e altri teneri arboscelli indesiderati, che sono qui per soffocare la mia ortensia, per rubarle spazio, acqua e nutrimento. Cavo via la terra con la paletta, tento di circoscrivere la zolla. Resiste caparbia.
    Hai capito male, non e' ancora nata la radice che puo' farmi desistere.
    Infilo le mani sotto la base e cerco di strappare le diramazioni piu' fini. Appoggio un piede sulla vasca e tiro con tutto il peso, facendo leva, ma solo un rametto si spezza, e per il contraccolpo cado all'indietro, in mezzo alla terra schizzata.
    E no eh, cosi' non vale.

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La Donna Camel e Twitter

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#A11YDays Donato Matturro e Nicola Galgano agli accessibility days all'Istituto dei ciechi di Milano con l'intervento dal titolo Joomla! 4.1 - La nuova versione del CMS accessibile anche in fase di sviluppo
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Il cielo della Brianza è grande quasi come il cielo della Norvegia #24aprile
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Una piccola forma di immortalità dlvr.it/SMMcrv

Scrivere, giocare

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"Scrivere è il mio gioco preferito" il mio motto è piaciuto anche all'amica Freevolah che l'ha interpretato così su Instagram.

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