Nella prima parte di questo articolo rispondo alla domanda Cos'è un blog, ipotizzo che Zuckerberg sia un seguace di Mao Tse-tung e racconto come il blog si sia evoluto nel tempo da diario più o meno intimo a strumento che professionisti e imprese possono utilizzare efficacemente per comunicare con il proprio target; nella seconda parte espongo le mie ragioni sul perché aprire un blog aziendale o professionale, in particolare usando Joomla!; nella terza parte spiego passo passo come creare un blog in Joomla!e gli eventuali accessori consigliati per renderlo pienamente funzionante.
EDIT del 3 febbraio 2019 (data originale del post 25 Febbraio 2018)
Aggiungo un buon motivo per creare un blog invece che affidarsi ai social networks: facebook ha la memoria di un pesce rosso, è come una specie di pozzo senza fondo e tutto quello che ci metti ha la stessa vita breve di una farfallina all'inizio dell'estate: conosci la storia delle effimere? le Ephemeroptera adulte non hanno nemmeno la bocca per nutrirsi perché non fanno in tempo, vivolo solo dalla mattina alla sera. Ah, la natura! Invece i post che metti nel tuo blog sono conservati per sempre nella pancia di google, gli puoi cambiare casa, puoi dargli una ripitturata ogni tanto ma i tuoi lettori presenti, passati e futuri li troveranno sempre lì. E dico blog per dire sito web in genere: sto per mettere on line la terza versione di un sito che è nato nel 2002 e c'è ancora tutto!
Cos’è un blog?
Un blog per prima cosa è un sito web, sembra una banalità ma è un aspetto che va tenuto in considerazione fin dal principio se si vuole essere trovati dai motori di ricerca.
Per dirla meglio, un blog è un sito web che presenta i contenuti in ordine di data con uno spazio per i commenti. Questa è la caratteristica sufficiente e necessaria per definire un blog, tutto il resto sono accessori utili o dilettevoli ma non fondamentali. È importante definire il blog in questo modo perché nell’immaginario generalista spesso capita che venga confuso il contenitore con il contenuto, pensando al blog come se fosse solo un diario adolescenziale, brufoloso e letto da pochi intimi. Può essere anche questo, ma il fenomeno del blog deve la sua fortuna soprattutto al fatto che prevede una forma di interattività tra chi scrive e chi legge, e questo aspetto ha rivoluzionato la comunicazione alla fine del secolo scorso, trasformando il web in uno strumento mediatico a doppio senso, molti a molti, in una società abituata da secoli alla comunicazione uno a molti, almeno dai tempi di Gutenberg.
Il fatto che il blog possa prevedere i commenti fa di lui un progenitore dei social networks, in particolare del social generalista più frequentato di questi anni. Immaginate di guardare una fan page di Facebook e siete sulla buona strada: nella colonna centrale è presente un flusso di articoli, ciascuno con un titolo, una immagine (o un contenuto multimediale) e un testo, uno spazio per i commenti e per le reazioni dei lettori, nella parte superiore una immagine significativa e nelle colonne laterali una serie di informazioni aggiuntive. Ecco, questo è un blog!
Sostanzialmente il blog non differisce molto da una fan page di Facebook, la differenza salta all’occhio però quando si cerca di personalizzare l’esperienza utente del proprio spazio su Facebook: semplicemente non si può, tutto è stato già deciso: dalla grandezza dei font al colore dello sfondo, non si possono nemmeno impostare attributi tipografici come il grassetto e il corsivo. In questo facebook pratica l’uguaglianza assoluta tra i membri, in cambio offre l’appartenenza alla più grande comunità del mondo.
Ma allora Zuckerberg è un po’ come Mao Tse-tung! Sì, ma più ricco.