testata camel

Questa è una saga che si consuma da luglio fino alla fine del 2011 e poi ancora oltre, sono una decina di puntate e le metterò qui sotto usando il sistema a fisarmonica, man mano che ci arriverò o che ne avrò voglia, e questo è un piano editoriale che posso mantenere, visto che i pezzi sono già scritti! (edit 14 ottobre 2017)

Questa è una saga che si consuma da luglio fino alla fine del 2011 e poi ancora oltre, sono una decina di puntate e le metterò qui sotto usando il sistema a fisarmonica, man mano che ci arriverò o che ne avrò voglia, e questo è un piano editoriale che posso mantenere, visto che i pezzi sono già scritti! (edit 14 ottobre 2017)

La nutria - prima puntata di una storia infinita

Oggi ho visto una nutria. Era in acqua, mezza affiorante, appoggiata a un pezzo di legno incagliato a una penisola di arbusti e foglie. O almeno credo che fosse una nutria, era molto grossa, troppo per essere una semplice pantegana. E poi aveva una bella pelliccia folta, sembrava quasi un castoro. Ma non credo che fosse un castoro, il naviglio Martesana non mi sembra un habitat da castori, non dentro la città dove l'ho vista io, a trecento metri da casa mia. Allora era una nutria oppure una pantegana molto in forma. Aveva un bel musetto, era graziosa. Stavo pedalando e ho pensato, toh, una nutria.

la bella nutria della Martesana

Le ho anche fatto una foto. La vedi la nutria? No? Nemmeno io, ora che ho parcheggiato la bici, tirato fuori il telefonino, puntato e scattato, è andata via. Ma era proprio lì, credimi, appoggiata mollemente a quel bastone.

In quell'ansa era pieno di paperette che andavano avanti e indietro, c'erano anche dei pulcini, si sentiva pigolare dal folto, si chiamavano e si rispondevano, ogni tanto ficcavano la testa sotto come fanno loro.
C'era una temperatura magnifica, il cielo limpido, l'arietta.
Sono andata a fare questo giro in bici perché avevo qualche ora libera, niente di particolare che dovessi fare. Non è che non avessi niente da fare, è diverso. Potevo scegliere. Ho pensato a cosa mi sarebbe piaciuto fare, tendo conto che ero sola. Se non fossi stata sola e avessi potuto scegliere, magari avrei preferito un'altra cosa. Ma da sola, e con questo bel tempo non troppo caldo un giro in bici è una bella soluzione. Ho pensato di pedalare un'ora, dove arrivo arrivo. Mi ossigeno gli occhi, respiro la verzura, mi riposo un po' - mi sono portata un libro - e con tutta calma torno indietro. Sono arrivata fino al baretto. Dopo Vimodrone, dopo il campo di granturco c'è un baretto che sembra un osservatorio astronomico, ha un cupola sopra, c'ero già stata. Quella volta il granturco era più alto, c'erano le pannocchie mature, le bucce bianche volavano dappertutto. Oggi no, oggi era verde brillante e basso, a volte si torna negli stessi posti e tutto è diverso.
Mi sono fermata su una panchina all'ombra, ho bevuto l'acqua che mi ero portata - con l'esperienza non si fanno più gli stessi errori. Se ne fanno altri, di solito. Ho finito il libro, ho fumato una sigaretta e sono saltata su per rientrare.
Mentre pedalavo verso il sole pensavo alla nutria, sempre che lo fosse. Non è un brutto animale e si vede che non ho familiarità, forse dovrei averne paura e invece a dirla tutta mi attrae. Quasi mai ho paura degli animali, o ribrezzo. Sono altre le cose che mi spaventano.

PS: Guarda un po' cosa ho trovato su wikipedia, nel paragrafo dedicato alla flora e la fauna : "nel territorio di Milano, è stata segnalata e fotografata una famiglia di nutrie (Miocaster Coypus)". Allora devo aver visto giusto, ho fatto bene a comprarmi questi occhiali.


La nutria - un fotoromanzo in molte puntate

i commenti della prima puntata

simurgh2 il 03/07/11 alle 04:41 via WEB
Ma che bella liscia questa maniera tua di raccontare un giro ma anche altro, che è come passare la mano a pelo d'acqua, che senti che è fresca e ti vien voglia di infilarla dentro e di far aaah di gusto. Non succede mica niente ma le cose succedono per conto loro, se son le cose ma anche le persone, credo. Invece io la nutria, che si è pappata anerette e pulcini ecco, io gli tirerei. Ma lasciamo stare.
Ma perchè non sei andata al baretto? mi viene da chiederti. E poi: che libro ti eri portata via?
Torno a letto. Varda che ora. Bello però, mi è piaciuto il tuo giretto, ciao

LaDonnaCamel il 03/07/11 alle 10:10 via WEB
Ma grazie :-) Non sono andata al baretto perché non avevo portato i soldi. Si può andare in giro senza soldi in questi nostri giorni? Evidentemente sì. In via montenapo c'erano le code delle donne che facevano a botte per i saldi, l'ho visto alla tele. Io per protesta sono andata in giro con un libro e una bottiglia d'acqua e basta. Il cellulare mi si è spento dopo la foto, sembra proprio che avessi voglia di stare per conto mio. (Il libro era "Tutto per una ragazza, di Nick Hornby, una robetta leggera da ragazzini. Prima di uscire ne ho letto due capitoli a mio figlio e alla sua morosa. A volte faccio i readings in casa, mi piace.)

lontradelbosc il 13/07/11 alle 10:45 via WEB
Scusate se mi intrometto, intanto vi saluto, leggendo il commento mi ha colpito che abbbiamo usato di getto la stessa parola <liscio, liscia="">, per definire il modo di raccontare di Bianca, mi ha fatto piacere, io me la sono immaginata subito sfrecciare allo stesso modo in bici, su strade lisce o impervie, con la stessa identica disinvoltura.

LaDonnaCamel il 13/07/11 alle 11:39 via WEB
Ciao Lontra, benvenuta: mi piacciono tutti quegli animaletti un po' acquatici :-)

LaDonnaCamel il 17/07/11 alle 10:09 via WEB
La nutria è un animale prettamente erbivoro come i castori e i conigli, non si è pappata le paperette e i pulcini, l'ho letto solo ieri su wikipedia ma lo sospettavo dalla tranquillità con cui le nuotavano intorno senza paura.

virginiagrey il 03/07/11 alle 14:00 via WEB
Ho letto con piacere e tue riflessioni. A presto.

LaDonnaCamel il 03/07/11 alle 14:35 via WEB
Grazie! Ciao Gabry.

excerptum il 05/07/11 alle 16:05 via WEB
sei in gran forma - è palese

LaDonnaCamel il 05/07/11 alle 16:40 via WEB
A dirla tutta non mi sento un gran che: una pantegana piuttosto che una nutria.

 

La nutria- seconda puntata di una storia infinita

L'ho rifatto. Perché sono così, che se una cosa mi piace una volta sola non mi basta, ho come l'impressione che la prossima volta sarà ancora meglio, mi faccio delle aspettative, mi dico che se ho fatto qualche piccolo sbaglio la prossima volta starò più attenta. Poi gli errori si fanno lo stesso, si capisce, si fanno errori diversi. Per questo voglio provare e riprovare, anche se lo so che la perfezione non esiste o se esiste non si può raggiungere mai. Però una tensione verso il meglio non è sbagliata, è giusto provare e mettercela tutta. E poi se non è giusto pazienza, lo voglio fare e lo faccio.
Così ho preso su la bici, era più o meno la stessa ora di sabato scorso ma non faceva così fresco, non c'era aria e l'afa si sentiva.
Stavolta ho controllato che il telefono fosse carico, tutte le tacche aveva, che lo uso per fare le foto. L'ho messo in tasca, pronto alla mano. Lo ammetto, speravo di reincontrare la nutria. Evabbè, sarò fissata ma voglio una foto di quella nutria e vediamo chi la vince.
Oggi ho le gambe meno legnose, per quanto sia passata una settimana si vede che i muscoli rispondono meglio. Stamattina ho fatto altro esercizio fisico: ho pulito il terrazzo che è un lavoraccio. Stai a vedere che se vado avanti così divento in forma davvero.
E allora pedalare senza fretta, che il vento me lo faccio io e la differenza si sente.

Ci sono dei momenti in cui mi accorgo all'improvviso che sto andando in bicicletta e mi dico da sola ehi, so andare in bicicletta e mi sembra impossibile. Eppure è vero, e adesso non cado nemmeno quando me lo dico, si vede che mi sono abituata.

Voglio fare un po' di foto, ci sono degli scorci bellissimi su questo naviglio, a raccontarli nessuno ci crede, specie se come prova porto una foto senza nutria.
Voglio fare tante foto invece e metterle nel blog, non solo nella galleria che messe lì così non dicono niente. Queste sono le cose che sto pensando mentre pedalo, posso anche distrarmi e guardare gli alberi sulla riva opposta, gli orti stretti poco sopra il pelo dell'acqua e tenere d'occhio i ciclisti che mi vengono incontro, le signore che spingono i passeggini, quelli che corrono tutti sudati, ma come faranno che io, già così. Le foto le mischio un po' al testo che scriverò, ieri ho letto che Giulio Mozzi sta facendo un fotoromanzo, lo vedi, tutto torna, farò anche io un fotoromanzo. Sono proprio una blogger persa a pensare di scrivere di una cosa mentre la sto facendo. Proprio adesso che i blog son passati di moda, come i fotoromanzi. Va che son controcorrente anch'io come Mozzi. Difatti all'andata si pedala controcorrente, l'acqua mi viene incontro, ma questo lo sapevo già da prima.

vialemonza

E allora scendo e fisso giù questa bella casa a due passi da viale Monza. C'è un tunnel per passare sotto la strada, si sente subito il fresco, peccato che è corto. Ogni tanto una nuvola passa davanti al sole e i ciclisti ringraziano, ma l'arietta di sabato scorso era un caso straordinario.
Mi domando se mi ricorderò il posto della nutria, ci sono già le paperette in fila, mi sa che non manca molto. L'ha vista anche Massimo, è famosa. Mi ha detto perché non l'ho chiamato, che sarebbe venuto anche lui. Non l'ho chiamato perché avevo voglia di andare da sola e anche oggi ho fatto finta di niente.
Mi ha portata lui qui, due anni fa siamo andati fino a Gorgonzola. Come ero tesa, facevo il doppio di fatica e mi bolliva la testa. Un po' è anche proprio perché c'era lui, dovevo tenere il suo ritmo, non mi potevo fermare quando volevo. Lui era paziente e cercava di adattarsi alla mia imbranataggine, però ogni volta che dicevo di sì spostava il traguardo un po' più in là e io di conseguenza frenavo. Sarò bastian contrario?

tana

Ecco il posto della nutria, son sicura, lo riconosco dal tronco che sporge. Scendo e mi avvicino al parapetto. La nutria non c'è ma il posto è occupato. C'è un uccello nero che si liscia le penne col becco e una paperetta che va avanti e indietro

tana2

Quello deve aver appena fatto il bagno e si sta facendo la messinpiega davanti alla tana della mia nutria, per forza lei non viene fuori. Aspetto un po', cammino avanti e indietro anch'io come la paperetta ma niente, si vede che non è il momento. Gli osservatori di nutrie devono avere molta pazienza e molto tempo da perdere, io oggi sono un'osservatrice di nutrie frettolosa, ci ho la smania. Vado. Al ritorno, casomai.
Poche pedalate e sono a Crescenzago, il canale costeggia per un pezzetto viale Padova e poi si gira a sinistra, si va sulla strada asfaltata fino a un cancello, e dopo il cancello un ponte.

cartello

Davanti al ponte c'è questo cartello. Un po' offensivo, a dirla tutta: sarà bassa per voi, per me mica tanto. La prima volta che sono arrivata al baretto mi pareva di aver scalato l'Everest.
Il ponte va spiegato: qui c'è un incrocio di acque: da una parte il Seveso, che è un fiume vero e proprio, anche se piccolo, dall'altra la Martesana che è un fiume finto, artificiale.

ponte

Il ponte passa proprio sopra l'incrocio. Per non sbagliare ci hanno messo un altro cartello, come se fosse possibile perdersi: c'è una strada sola, è sempre vicino al canale, perfino io sono in grado di tornare a casa.

ponte2

Di qui il Seveso arriva, è brutto da vedere perché c'è una specie di chiusa, o diga, e forse anche una cava o fabbrica, non si capisce bene, sembra più artificiale del canale, magari su wikipedia c'è scritto.

seveso

Dall'altra parte il Seveso va via e si vede che è un fiume vero, con le sue belle rive irregolari.
Il ponte è tutto fatto su con una rete metallica, forse per le piene, non credo per evitare di cadere di sotto. Questa foto l'ho fatta tra una maglia e l'altra.
Siamo quasi a Vimodrone.

vimodrone

Difatti, ecco un altro cartello. Adesso mi fanno un po' ridere, ma la prima volta li leggevo tutta fiera, pensa, Vimodrone! pensa, Cologno Monzese! Pensa, Cernusco sul Naviglio! Cassano d'Adda no, non ci sono mai arrivata. Però chissà, c'è un punto, più avanti, dove la ciclovia incontra la metropolitana. Alla domenica si può salire con la bici, dieci minuti e sei già lì, e allora anche l'Adda diventa possibile.
Ma intanto adesso siamo qui, vicino all'autostrada, la tangenziale.

autostrada

Qui c'è sempre qualcuno che si ferma a riposare, o a pescare giù dal ponte. Sempre tranne che in questo preciso momento. Mi fermo io, il posto è libero. Mi rinfresco all'ombra e guardo giù per la discesa.

Una discesa ripida e in curva che va a finire dentro un tunnel stretto e buio, per passare sotto all'autostrada. Ti butti giù a rottadicollo e poi d'improvviso sei cieco. Una paura, io poi non ho nemmeno il campanello. Ogni volta mi dico che me lo devo comprare, non posso andare avanti a fare la tosse per far spostare i pedoni. Del resto non mi va nemmeno di gridare pista!, come si fa in questi casi? si chiede permesso? Scusi per favore vorrebbe per cortesia guadagnare il bordo della pista ciclabile di modo che io, che per l'appunto starei ciclando, possa procedere nella direzione di marcia. Insomma, faccio due colpi di tosse e così si tirano da parte. Sono impaziente, l'ho già detto?

salita
Comunque questa discesa non è niente vista da questa parte, immaginatela al ritorno, in salita. Le prime volte dovevo scendere e spingere la bici, troppo ripida e troppo lunga per me. La mia bici non ha mica le marce, era quella che costava meno.

incrocio

Da qui in poi le strade si attraversano, non ci sono più le gallerie e ogni volta sono salite e discese per raggiungere il livello stradale. La cosa bella delle salite è che poi c'è la relativa discesa, con la relativa l'arietta che ti accarezza le ascelle.

 eccetto autorizzatiQuello della foto qui sopra è il pezzo più brutto. Il canale ha le rive squadrate e lisce che sembrano marciapiedi, alberi pochi e piccoli e i prati a lato, saranno anche ben tenuti ma sembrano artificiali, sembrano quei campi di calcio fatti di moquette che ci sono negli oratori, non ti porta nemmeno vicino alla sospensione dell'incredulità. Faccio questa foto per documentare, non son tutte rose e fiori.
Ma il telefono, cioè la mia impropria macchina fotografica, emette un lamento. Dannazione, la batteria si è scaricata, e io che volevo fotografare il baretto con la sua cupola astronomica. E volevo fotografare anche più avanti dove viene il bello, o la nutria, se per caso al ritorno. E invece niente. Dovrò tornare un'altra volta, mi tocca fare un fotoromanzo a puntate. Già è venuta fuori una mappazza così, non è nel mio stile. Digrigno i denti e senza accorgermi ci do dentro di brutto. Arrivo al baretto con la faccia che mi bolle. Prendo nota che si chiama Astro Bar, la cupola bianca simil osservatorio è tutta imbrattata di scritte.
Stavolta i soldi li ho portati, mi compro un calippo alla cocacola e mi siedo su una panchina. Il telefono non è morto del tutto, quasi quasi ci provo. Voglio entrare anche io nella foto in qualche modo e ci deve essere la bici e la cupola, soprattutto la cupola. Medito bene l'inquadratura e scatto. Pif. Come pif! Pif? Neanche click ha fatto, ha esalato l'ultimo fiato così, senza rumore.
Ecco, lo sapevo. Si vede che era destino.
Le cose finiscono, cara mia, devi fartene una ragione.
Eh, lo so ma non mi rassegno, mai. Mi faccio tutti i mie ragionamenti, mi avviso, mi preparo ma poi ci rimango male. Magari a parole faccio anche la cinica, la disincantata. A chi vuoi darla a bere, eh?
E intanto mi sono accorta che non ho nemmeno fumato la sigaretta. Senti, Bià, fatti sto favore, và, fallo per me, fumatela dopo, a casa. Massì, per una volta ti darò retta.
Mi rimetto in sella e vado senza fatica, non avessi il sole negli occhi sarebbe perfetto. Mi segno mentalmente di portarmi un paio di occhiali neri la prossima volta, da mettere sopra questi. C'è sempre spazio per fare meglio.
Pedalo a occhi bassi come una ragazza timorata e in un baleno sono alla tana della nutria. Mi fermo solo un momento, giusto per non dargliela vinta. E lei arriva come un sottomarino in emersione, la vedo bene, il dorso bruno che luccica contro sole, le orecchie tappate e gli occhietti furbi. L'acqua si apre a V al suo passaggio, come il mantello di una regina. Bastarda, dillo che lo sapevi che mi si è spento il telefono. Lei non fa una piega, arriva alla penisola e sparisce in un buco nascosto dalle foglie. Bada che non finisce qui, non è ancora nata la nutria che. E poi magari non è neanche una femmina.
Domani ci torno. Non c'è bisogno di farsi tutta la gita completa, domani prendo la macchina fotografica vera e te la faccio vedere io, nutria femmina o maschio che tu sia.
Poi, a casa ho messo in carica il telefono e ho guardato le foto.

sandaletti

 

L'ho messa piccola perché è venuta un po' sfocata. Però, delle volte, anche un pif...


Commenti alla seconda puntata

excerptum il 12/07/11 alle 16:23 via WEB
adesso sono di corsa ma torno; tu non scappare che ho bisogno di tempo per

LaDonnaCamel il 13/07/11 alle 08:47 via WEB
Sì sì, sto qui in attesa :)

excerptum il 13/07/11 alle 15:49 via WEB
sono colpito dal ri-testo fotografizzato, dalla grammatica, dalla sintassi e da alcuni concetti espressi qua e là; (1) "Proprio adesso che i blog son passati di moda", be' allora che si fa per ammazzare le noia? si torna a giocare a tetris? no, dico, dammi una dritta ora che già la via vedo smarrita; (2) "gli osservatori di nutrie" mi sembra un bel passatempo alternativo al blog - ecco la risposta, bastava leggere qualche riga più in basso; (3) comunicare al prossimo congresso di pneumologia: guidare senza campanello fa venire la tosse finta (4) a ogni salita corrisponde una discesa uguale e contraria - un'altra legge del signor newton? (5) be' è proprio arrivata l'ora di comprarti un telefono più performante o una fotocamera digitale, se vuoi organizzo la colletta per il tuo compleanno che mi pare quasi a tiro, n'est ce pas? (6) un grazie commosso all'infingarda bestiaccia che ci terrà ancora incollati ai monitor(s) sabato prossimo, al prossimo nutria-watching, con caricabatterie a pannelli solari e bicicletta con tutte le marce al posto giusto, eccetto la marcia indietro perché ormai l'hai promesso :))) bacibaci

LaDonnaCamel il 13/07/11 alle 17:47 via WEB
Bè, se i blog son passati di moda che ce ne cale a noi? Siam mica quelli che si fanno sbanderuolare da qualsiasi sbuffo di vento. Si fanno i fotoromanzi, questo è un blog vintage e chi non gli piace vada pure su feisbuc. La macchina fotografica vera ce l'ho, in casa ce ne sono diverse ma come sai, myfriend, sono recidiva. Recidiva e testarda, vedrai se non pubblicherò un servizio che neanche fabrizio corona, la bestiaccia è avvisata. Ormai non ha scampo, so dove abita. (Graziegrazie e bacibaci ricambiati :*) E poi, videochiamami ancora!)

simurgh2 il 14/07/11 alle 16:59 via WEB
Iiiiih, che bello. Adesso qua vien giu una scravazzone, che son corso a chiudere i finestrini della macchina. Ma devo andare dal barbiere e l'ho letto all'inizio piano e poi sempre piu forte e adesso ho le gocce d'acqua grosse sulle lenti e mi devo vestire che vado dal barbiere. Torno a rileggere il tuo reportage con piu calma. Sei forte ciao

simurgh2 il 14/07/11 alle 17:00 via WEB
ma..e il baretto?

LaDonnaCamel il 14/07/11 alle 18:48 via WEB
Ho messo su il trailer, si vede in lontananza la cupola bianca. Un mezzuccio da telenovela, il colpetto di scena a fine puntata per tenere su l'interesse: è tutto studiato, cosa mi tocca fare per portarmi dietro i miei due lettori ;-)

bartelio il 18/07/11 alle 09:40 via WEB
Evviva i blog fuori moda (e le nutrie, LOL)! :-)

LaDonnaCamel il 18/07/11 alle 10:10 via WEB
Sì! Viva le nutrie! Sai che negli ultimi giorni mi sono fatta una cultura su questi simpatici animaletti e mi sono convinta che sono vittime di una congiura, non sono così cattivi come li dipingono, sono anche carini, sono come coniglietti un po' cresciuti e senza orecchie :-)

Riccardo\"io\" il 02/01/12 alle 14:01 via WEB
ma dai :-) che effetto vedere i luoghi "vicino" a me in rete :-D io in bici l'ho fatta fino a Gorgonzola (si, so che forse t'importerà poco...) =D

LaDonnaCamel il 02/01/12 alle 14:37 via WEB
A me ha fatto effetto rivedere le foto con il verde e le foglie. Pure io Gorgonzola e poi più: le mie colonne d'Ercole.

Riccardo\"io\" il 02/01/12 alle 17:13 via WEB
beh, è già un bel traguardo dai :-D anche perchè poi bisogna... ritornare AH AH

LaDonnaCamel il 02/01/12 alle 19:42 via WEB
andare, tornare, sempre pedalare è

Riccardo\"io\" il 02/01/12 alle 21:28 via WEB
si... ti voglio vedere arrivare a Cassano e non avere più forze... dormi li? :-D

La nutria - terza puntata di una storia infinita

 

 

Finalmente ho fotografato la nutria

Che fossi una donna capace di grandi passioni s'era già sospettato. Non credo ci sia niente da aggiungere: è il finale? Credo di sì. Ne sei sicura. Sì. (cit.)

 

(It's such a sad old feeling
the fields are soft and green
it's memories that I'm stealing
but you're innocent when you dream
when you dream
you're innocent when you dream)
(Tom Waits)

 

Ma potrebbe esserci un sequel prima o poi, chi lo sa.

Commenti alla terza puntata


bartelio il 18/07/11 alle 09:43 via WEB
Il sequel, vogliamo il sequel! :-)

LaDonnaCamel il 18/07/11 alle 10:12 via WEB
:-)

 

La nutria - quarta puntata - Backstage e contenuti speciali

 

 

Avvertenza: questo post è autoreferenziale. Se non hai letto le puntate precedenti peggio per te.

 

Oggi sono saltata in groppa alla mia solitudine. Andiamo a farci un giro sulla Martesana? le ho sussurrato tra le orecchie.
La casa era vuota, era l'una e mezza e nessuno mi aveva detto se veniva a mangiare. Nessuno mi aveva detto nemmeno che non veniva a mangiare, stavo nella terra di nessuno.
Dai, mi ha fatto lei scrollandomi giù, andiamoci con la bici invece.
Eh, ho argomentato io, così come al solito mi tocca pedalare a me.
Facciamo un po' per uno?
Ma quando mai.
Lei ha girato gli occhi da una parte e ha mosso un baffetto, fa così quando le scappa da ridere, la conosco.
Va bene. Ho accettato. Dopotutto potrebbe staccarmi la testa con un morso in qualsiasi momento.
Mentre pedalavo mi è venuto in mente che non avevo raccontato niente dei guai che mi erano successi l'ultima volta.
Hai voluto fare il finalone a effetto, mi fa lei, e adesso ti lamenti.
Dai sempre la colpa a me.
È perché non ascolti i consigli.
Son stata zitta, era inutile ricordarle che di consigli non me ne aveva dati affatto e avevo dovuto cavarmela da sola. Per modo di dire. (*)

La missione era partita male dall'inizio, forse perché ero uscita di casa più presto delle altre volte, certi rituali vanno rispettati nei minimi particolari. Appena avevo imboccato la ciclabile vicino al naviglio mi era saltato via un pedale. Di fronte a me arrivava una piccola comitiva di adulti e bambini, son riuscita in qualche modo a frenare e a mettere giù i piedi senza travolgerne nessuno. Questa cosa non mi era mai successa. Son tornata indietro a prendere il mio pedale e ho visto che si era svitato, ci voleva qualche attrezzo che, ovviamente, non avevo. C'era anche un tappo incastrato a nascondere la vite, o il bullone, si vedeva dall'altra parte la filettatura, in modo che non potessi nemmeno indovinare la forma dell'attrezzo che, eventualmente, mi serviva.
Spingendo la bici a mano - non sapevo se sarei stata capace di pedalare con un piede solo - sono uscita dalla ciclabile. Pensavo di andare dal benzinaio che c'è lì vicino o, in subordine, al supermercato a comprarmi almeno un cacciavite per estrarre il tappo e vedere che altra chiave o brugola o cosa.
Cammina cammina, certo che è molto comodo spingere una bici senza pedale che ti intralcia contro le caviglie, sono arrivata al distributore. Era chiuso. Però c'era un gruppo di persone che parlavano e scherzavano tra loro.
Deve far benzina? mi ha chiesto uno ridendo.
Eh, mi piacerebbe, avessi ancora la macchina. Gli ho mostrato il pedale, che avevo messo nel cestino davanti. Mi sono venuti tutti intorno, come succede in questi casi, e ciascuno aveva un buon consiglio da darmi. Era capitato anche a loro, molte volte, una signora era addirittura caduta.
Vediamo qua, ha detto quello che mi voleva fare il pieno. Gli ho porto il pedale, lui l'ha guardato e ha tirato fuori dalla tasca una chiave. Non era una brugola, era chiave del gabbiotto del distributore.
Sono salva, ho pensato.
Difatti con un cacciavite ha tolto il tappo e poi con una chiave da dieci o da dodici, non so, mi ha riavvitato il pedale. Mi ha anche limato un po' il filetto che si era danneggiato e non prendeva più bene, il tutto tra gli applausi dei presenti e i miei più sentiti ringraziamenti.
Son ripartita circospetta, per via del filetto, ripromettendomi di farla vedere dal mio biciclettaio non appena possibile. Poi non l'ho fatto, ovvio. Però sto molto attenta e vado pianissimo dove è sconnesso. Per precauzione mi sono messa in borsetta il mio coltello da marinaio, così almeno il tappo lo posso levare io.
Con questa storia del pedale mi sono bruciata tutto l'anticipo e sono arrivata vicino al punto ics più o meno alla stessa ora delle altre volte. Mancava ancora una manciata di pedalate quando sento un guarda là che mi mette all'erta. Erano un padre e un figlio che mi venivano incontro. Guardo subito là anche io e vedo quella bellissima nutria che nuota in mezzo al canale. Butto la bici sul prato e mi precipito, tutta emozionata.
Le prime foto vengono uno schifo, e meno male che quella andava avanti e indietro pavoneggiandosi altrimenti non avrei portato a casa un bel niente.

Ero emozionata, mi tremava la mano, scattavo prima che fosse a fuoco, scattavo prima di inquadrare, mi fotografavo i piedi, il parapetto, il prato, il cielo.
Calma e sangue freddo.
Ho preso un bel respiro.
Ho inquadrato.
Ho aspettato il bip che con tutta quella luce non si vede niente sul display e bisogna andare a orecchio.
Ho scattato. Almeno una è andata.
Poi ho provato con lo zoom, ma non c'è verso di mettere a fuoco. Sì, sì, avevo detto che avrei preso la macchina vera. L'ho detto? Però la sim era rimasta nel computer di qualcuno e senza memoria potevo contare su quattro foto. Che me ne faccio di quattro foto? Per tirarne fuori una passabile ne devo fare almeno duecento, hai mai provato a mettere in mano una macchina fotografica a una scimmietta?
Intanto la nutria faceva esercizi da circo a mio beneficio: si tuffava con una capriola e poi riemergeva poco più avanti, piluccava le alghe sul fondo, mi veniva incontro muovendo le orecchie. Io la seguivo sul diplay e ogni tanto riuscivo anche a prenderla nella foto, un godimento.
Poi a un certo punto si è stufata e si è arrampicata sulla riva, dall'altra parte, sparendo nelle frasche.
Bè, comunque grazie. Adesso vado al posto dell'altra volta, chissà se è la stessa o un'altra.
Inforco la bici e passo sotto il ponte. Il posto preciso l'ho localizzato oggi, è dove la via Ponte nuovo incontra la Martesana, se vai su google map lo vedi, ci sono anche le foto. La nutria vecchia, la "mia" nutria l'ho vista dopo il ponte, verso Crescenzago, quella nuova invece poco prima del ponte, nell'ultima parte del parco.
E difatti era proprio lì che mi aspettava, la "mia" nutria. Non poteva essere la stessa, con la bici avevo fatto presto. E poi, per non smentirsi, appena mi ha vista è scappata dentro la tana: era lei, era lei! Bastarda.
Quindi adesso devo fare una confessione: quella della foto era una nutria altrui. Mi perdoni?

Del resto oggi ho potuto appurare che di nutrie ce ne sono parecchie. Ne ho vista una piccolina, una cucciola. Le ho fatto anche un filmino: una scena molto intensa, da National Geographic. Lei era li che mangiucchiava erbe per conto suo sull'angolino di un'isola galleggiante e una paperetta l'ha aggredita a beccate e l'ha fatta scappare, chi è la stronza, eh? Ho filmato tutto e te lo farei anche vedere ma purtroppo su Libero viene fuori un messaggio, tipo il servizio è momentaneamente non disponibile, ti risulta? E poi non è che si veda benissimo. Sentire si sente ma mi sembra un po' troppo poco.

Invece oggi ho fatto la foto al baretto, la metteri per Simurgh che mi ha tolto il saluto dopo che ha visto quella dell'altra volta ma purtroppo è venuta male.. Eccomi pronta per tornare, e non dire che sono una che non fa quello che promette.

Forse stavolta è davvero il finale. Ho detto tutto e non so se ci sarà spazio per un sequel.
Però, chi lo sa. Mai dire nutria se non ce l'hai nel sacco.

(*)il prologo invece è dedicato a Guido Catalano, da cui ho plagiato la tigre. Ciao Guido, spero che non ti scocci la citazione, lo sai che le tue poesie mi piacciono molto e ho comprato anche i tuoi libri. Ci metto anche il link alla poesia originale che si intitola "Cose di notte" http://www.guidocatalano.it/?p=1066 che è stata scritta due o tre giorni prima del mio post: adesso Guido è diventato un poeta professionista vivente famoso, ma a luglio 2011 lo amavamo solo in due o trecento.


Commenti alla quarta puntata

excerptum il 25/07/11 alle 18:01 via WEB
niente male; il genere è ancora da ben definire per via della diseguaglianza tra foto & romanzo, ma vabbe', si sapeva già che te la cavi bravo-bravissimo con le parole (potresti anche togliere le foto precedenti, la storia l'ho visualizzata bene l'istesso: potenza delle)
speriamo in altri avventurosi incontri à la nescional geograf'
alla pross

LaDonnaCamel il 25/07/11 alle 18:43 via WEB
Hai ragione, ci devo mettere qualche foto per documentare la mia inettitudine, come se ci fosse bisogno di prove :P
(grazie myfriend, i tuoi commenti mi sono sempre molto cari, per non parlare dei bravo-bravissimo! bacio :-*)

 

 

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